Riporto integralmente l'articolo "Posti a rischio nelle cessioni d'aziende" pubblicato su l'Avvenire del 24/11/08:
"Posto di lavoro a rischio per i dipendenti coinvolti nella cessione di aziende in crisi. Un emendamento approvato ieri dal Senato annulla infatti le garanzie di conservazione dell'impiego finora previste dalla legge. L'allarme è stato lanciato ieri dal Pd, secondo cui la norma che punta a facilitare l'operazione di cessione di Alitalia alla Cai forse non raggiungerà l'obiettivo perché Alitalia passerà di mano prima dell'approvazione definitiva. La modifica riguarda il decreto infrastrutture, che si occupa tra l'altro di imprese in amministrazione straordinaria. Con un emendamento all'articolo 3 si stabilisce che «le operazione effettuate in attuazione dell'articolo 27 non costituiscono comunque trasferimento di azienda, di ramo e di parti di azienda ai sensi dell'art 2112 del Codice civile». Una norma che secondo un gruppo di senatori pd (tra cui Ichino, Treu, Passoni e Nerozzi) rappresenta un «pasticcio» che «sarà sicuramente condannato dalla Corte di Giustizia Ue» ma che intanto avrà «pesanti conseguenze per i lavoratori». In pratica i dipendenti di un'azienda in crisi (o di una parte) ceduta a un nuovo azionista non avranno più il diritto a mantenere il posto. Il proprietario subentrante potrà riassumerli ma senza alcun obbligo.
Nel caso Alitalia i lavoratori finiranno in cassa integrazione prima di essere (in parte) riassunti dalla Cai. «Ma la maggioranza ha paura che la Ue giudichi la discontinuità insufficiente e bocci l'operazione– accusa il senatore Passoni –. Così hanno varato una legge per poter dire che non si tratta di cessione di azienda. A meno che con il pretesto di Alitalia non si punti a destrutturare le garanzie di tutti i lavoratori proprio quando con la crisi ci saranno ristrutturazioni gigantesche ». Il relatore del provvedimento Angelo Maria Cicolani replica spiegando che c'era l'«esigenza di uniformarsi ad una direttiva europea che richiede la discontinuità nei passaggi di assunzione dei lavoratori. Se non lo si facesse, il nesso di continuità tra Alitalia e Cai sarebbe considerato dalla Ue come un altro aiuto di Stato» . (N.P.)"
"Posto di lavoro a rischio per i dipendenti coinvolti nella cessione di aziende in crisi. Un emendamento approvato ieri dal Senato annulla infatti le garanzie di conservazione dell'impiego finora previste dalla legge. L'allarme è stato lanciato ieri dal Pd, secondo cui la norma che punta a facilitare l'operazione di cessione di Alitalia alla Cai forse non raggiungerà l'obiettivo perché Alitalia passerà di mano prima dell'approvazione definitiva. La modifica riguarda il decreto infrastrutture, che si occupa tra l'altro di imprese in amministrazione straordinaria. Con un emendamento all'articolo 3 si stabilisce che «le operazione effettuate in attuazione dell'articolo 27 non costituiscono comunque trasferimento di azienda, di ramo e di parti di azienda ai sensi dell'art 2112 del Codice civile». Una norma che secondo un gruppo di senatori pd (tra cui Ichino, Treu, Passoni e Nerozzi) rappresenta un «pasticcio» che «sarà sicuramente condannato dalla Corte di Giustizia Ue» ma che intanto avrà «pesanti conseguenze per i lavoratori». In pratica i dipendenti di un'azienda in crisi (o di una parte) ceduta a un nuovo azionista non avranno più il diritto a mantenere il posto. Il proprietario subentrante potrà riassumerli ma senza alcun obbligo.
Nel caso Alitalia i lavoratori finiranno in cassa integrazione prima di essere (in parte) riassunti dalla Cai. «Ma la maggioranza ha paura che la Ue giudichi la discontinuità insufficiente e bocci l'operazione– accusa il senatore Passoni –. Così hanno varato una legge per poter dire che non si tratta di cessione di azienda. A meno che con il pretesto di Alitalia non si punti a destrutturare le garanzie di tutti i lavoratori proprio quando con la crisi ci saranno ristrutturazioni gigantesche ». Il relatore del provvedimento Angelo Maria Cicolani replica spiegando che c'era l'«esigenza di uniformarsi ad una direttiva europea che richiede la discontinuità nei passaggi di assunzione dei lavoratori. Se non lo si facesse, il nesso di continuità tra Alitalia e Cai sarebbe considerato dalla Ue come un altro aiuto di Stato» . (N.P.)"
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