Mercoledi 5 Novembre la direzione Jabil CM e la RSU si sono incontrate per approfondire la questione carichi produttivi per il mese di Novembre, premesso il recente incontro presso Confindustria Caserta e la richiesta, da parte di NSN, della produzione di prodotti Microwave (lavorazione che la scorsa estate fu passata ai colleghi di Cassina de'Pecchi).
La direzione aziendale ha manifestato la necessità di ricorrere al lavoro straordinario, per le aree FAB1 e FAB2, per i giorni 8, 15, 22 e 29 secondo quanto previsto dal CCNL (ex art.8 Disciplina Speciale Parte Prima ed ex art.7 Disciplina Speciale Parte Terza). Per quanto riguarda il trattamento economico per i suddetti giorni di comandata al lavoro, sono state previste ulteriori maggiorazioni per i tre turni, rispettivamente del 10%, 15% e 30% (non si era mai vista una cosa simile con la passata gestione Siemens).
Altro argomento dell'incontro è stato lo spostamento del Repair Center che verrà effettuato nei giorni 7, 8 e 9 comportando una fermata collettiva del reparto il giorno 7: il personale interessato potrà essere impiegato in altri reparti oppure su richiesta potranno essere concessi gli istituti contrattuali.
L'azienda si è impegnata con la RSU di fornire entro e non oltre il giorno 6 Novembre il numero dei lavoratori comandati al lavoro e le relative aree di interesse.
Ovviamente a seguito di questo incontro sono seguite le consuete assemblee per informare i lavoratori della ipotesi d'accordo. Le stesse sono state alquanto turbolente ed i lavoratori hanno manifestato la loro contrarietà all'ipotesi d'accorso, chiedendo a gran voce un referendum (per decidere cosa, ancora non è chiaro...).
Quindi l'ipotesi d'accordo non è stata ratificata il giorno stesso rimandando il tutto alla settimana prossima, dopo il referendum.
Tuttavia i carichi produttivi restano e la direzione aziendale, applicando il CCNL, ha comunque comandato i lavoratori per il Sabato 8 che vista la mancata approvazione dell'ipotesi d'accordo, non usufruiranno delle maggiorazioni straordinarie (praticamente "curnuti e mazziati").
E pensare che in passato, nei reparti ci si prendeva a pugni per venire a lavorare il sabato (a riposo compensativo, lo straordinario non esisteva nemmeno) ed il parcheggio era pieno di macchine manco fossimo allo stadio. Adesso che si tratta di fare un sacrificio "retribuito" per soli quattro sabati, si scatena un putiferio in assemblea e nei reparti... com'è strano l'animo umano!
E' lampante che alcuni lavoratori preferiscano il modo in cui mamma Siemens gestiva le relazioni industriali: il Paolino di turno chiamava i suoi fidi servetti e l'azienda si riempiva di lavoratori, (senza alcun comunicato e senza nessun accordo scritto) a gratisé naturalmente!
La direzione aziendale ha manifestato la necessità di ricorrere al lavoro straordinario, per le aree FAB1 e FAB2, per i giorni 8, 15, 22 e 29 secondo quanto previsto dal CCNL (ex art.8 Disciplina Speciale Parte Prima ed ex art.7 Disciplina Speciale Parte Terza). Per quanto riguarda il trattamento economico per i suddetti giorni di comandata al lavoro, sono state previste ulteriori maggiorazioni per i tre turni, rispettivamente del 10%, 15% e 30% (non si era mai vista una cosa simile con la passata gestione Siemens).
Altro argomento dell'incontro è stato lo spostamento del Repair Center che verrà effettuato nei giorni 7, 8 e 9 comportando una fermata collettiva del reparto il giorno 7: il personale interessato potrà essere impiegato in altri reparti oppure su richiesta potranno essere concessi gli istituti contrattuali.
L'azienda si è impegnata con la RSU di fornire entro e non oltre il giorno 6 Novembre il numero dei lavoratori comandati al lavoro e le relative aree di interesse.
Ovviamente a seguito di questo incontro sono seguite le consuete assemblee per informare i lavoratori della ipotesi d'accordo. Le stesse sono state alquanto turbolente ed i lavoratori hanno manifestato la loro contrarietà all'ipotesi d'accorso, chiedendo a gran voce un referendum (per decidere cosa, ancora non è chiaro...).
Quindi l'ipotesi d'accordo non è stata ratificata il giorno stesso rimandando il tutto alla settimana prossima, dopo il referendum.
Tuttavia i carichi produttivi restano e la direzione aziendale, applicando il CCNL, ha comunque comandato i lavoratori per il Sabato 8 che vista la mancata approvazione dell'ipotesi d'accordo, non usufruiranno delle maggiorazioni straordinarie (praticamente "curnuti e mazziati").
E pensare che in passato, nei reparti ci si prendeva a pugni per venire a lavorare il sabato (a riposo compensativo, lo straordinario non esisteva nemmeno) ed il parcheggio era pieno di macchine manco fossimo allo stadio. Adesso che si tratta di fare un sacrificio "retribuito" per soli quattro sabati, si scatena un putiferio in assemblea e nei reparti... com'è strano l'animo umano!
E' lampante che alcuni lavoratori preferiscano il modo in cui mamma Siemens gestiva le relazioni industriali: il Paolino di turno chiamava i suoi fidi servetti e l'azienda si riempiva di lavoratori, (senza alcun comunicato e senza nessun accordo scritto) a gratisé naturalmente!
4 commenti:
Finalmente straordinari x ki ha voglia di lavorare.........
Al referendum e' passato il SI e me lo aspettavo, visto che sulla mensa quelli che urlano sono sempre i soliti caproni.
Quelli sono anni che si abboffano di riposi compensativi e poi vanno dai sindacalisti compiacenti per farseli pagare!
Quelli che per anni hanno fatto sembrare fannulloni coloro che il sabato preferiscono stare con le proprie famiglie.
Quelli che con il loro comportamento hanno fatto comprendere alla Siemens che il sabato erano contenti di venire a lavorare: risultato i turni 6x6.
In realta' erano contenti di venirsi a rubare la giornata!
Ma c'era davvero la necessita' di fare un referendum?
Avete visto il numero schiacciante di SI?
Possibile che appena qualcuno inizia a gridare in mensa, nessuno ha il coraggio di far valere le proprie idee e rispondere a tono?
Rispondo al precedente anonimo:
sono daccordo con te, esiste una marea di gente che solitamente ha una posizione differente rispetto agli urlatori di piazza ma non ha il coraggio di venire fuori.
Proprio per questo c'era la neccessità del referendum: dimostrare scientificamente che sono una minoranza, finalmente!
Posta un commento