Proseguono le operazioni di riassetto del sito marcianisano della Jabil CM che "entro tempi ragionevoli" sarà pronto ad ospitare i colleghi della vicina Jabil Circuit di San Marco Evangelista.
Notevole la razionalizzazione degli ambienti (peccato non poter dire altrettanto dei processi interni inadeguati ai nuovi layout) che ha visto ridurre sensibilmente lo spazio vitale di alcune lavorazioni e soprattutto di molti lavoratori. Macchine di collaudo e lavoratori pigiati gli uni contro gli altri, tanto da rendere difficili i movimenti più naturali e lo smaltimento del calore provocato dagli apparati. A ciò si aggiunge l'inadeguatezza dell'impianto di climatizzazione interna ormai vetusto e non certo pensato per smaltire la quantità di calore generata da tutte le apparecchiature (e lavoratori) presenti ora in pochi metri quadri. Fortunatamente qualcuno ha avuto la brillante idea di aggiungere degli ingombranti ed inefficaci ventilatori, al già sacrificato layout, per creare correnti forzate d'aria (e spifferi da cervicale)(per non parlare poi dei camici sintetici che aiutano a creare un piacevole effetto sauna).
Come se non bastasse, in tutto questo bailamme generale, si aggiungono i pericoli derivanti dalle operazioni di re-layout che si stanno svolgendo a fabbrica aperta ed in pieno boom di commesse: un fulgido esempio di rispetto delle norme di sicurezza a tutela dei lavoratori.
Possibile che per vedere certe cose, bisogna sempre che qualcuno si faccia male prima?
Notevole la razionalizzazione degli ambienti (peccato non poter dire altrettanto dei processi interni inadeguati ai nuovi layout) che ha visto ridurre sensibilmente lo spazio vitale di alcune lavorazioni e soprattutto di molti lavoratori. Macchine di collaudo e lavoratori pigiati gli uni contro gli altri, tanto da rendere difficili i movimenti più naturali e lo smaltimento del calore provocato dagli apparati. A ciò si aggiunge l'inadeguatezza dell'impianto di climatizzazione interna ormai vetusto e non certo pensato per smaltire la quantità di calore generata da tutte le apparecchiature (e lavoratori) presenti ora in pochi metri quadri. Fortunatamente qualcuno ha avuto la brillante idea di aggiungere degli ingombranti ed inefficaci ventilatori, al già sacrificato layout, per creare correnti forzate d'aria (e spifferi da cervicale)(per non parlare poi dei camici sintetici che aiutano a creare un piacevole effetto sauna).
Come se non bastasse, in tutto questo bailamme generale, si aggiungono i pericoli derivanti dalle operazioni di re-layout che si stanno svolgendo a fabbrica aperta ed in pieno boom di commesse: un fulgido esempio di rispetto delle norme di sicurezza a tutela dei lavoratori.
Possibile che per vedere certe cose, bisogna sempre che qualcuno si faccia male prima?
2 commenti:
Situazioni altrettanto vergognose sono giorni che si consumano nell'area Ruad dove il personale è stato trasferito di peso e gettato in un capannone privo di impianto di climatizzazione, sommerso da polvere, rumori, fili elettrici sparsi sul pavimento, e chissà cosa altro.
Sicuramente l'azienda da questi lavoratori pretenderà risultati da cottimo (o da oppressione vero?) anche in queste condizioni che meriterebbero la visita di ispettori del lavoro, contestualmente ad un bel ferma lavori, fino all'adeguamento delle condizioni lavorative.
L'impianto di climatizzazione è funzionante adesso. Purtroppo il rumore che produce è leggermente fastidioso ma almeno non si schiatta di caldo......
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