venerdì 29 agosto 2008

Ultimo atto?

Nella sede marcianisana della Jabil CM continua la saga dei giorni di chiusura per l'inventario di fine anno fiscale.

Il primo comunicato a comparire in bacheca, il giorno 28 Agosto, è quello della direzione aziendale che boccia la richiesta dei 4 delegati RSU Jabil CM di convocare un'assemblea retribuita per discutere dei giorni di chiusura (i motivi li conosciamo bene e per coloro che vogliono saperne di più leggete a pagina 24 di questo documento, cosi potete spiegarlo ai quattro vegliardi). Contemporaneamente l'azienda invita le segreterie provinciali (il comunicato è stato spedito anche a Confindustria...che bella figura che abbiamo fatto grazie ai "nostri" delegati "anziani") a mettere fine al teatrino che i loro colleghi hanno sapientemente inscenato ed ad i loro dissidi interni.

A questo punto, tutti pensavamo che nessun altro comunicato avrebbe affollato muri e bacheche ma ci sbagliavamo. Infatti i quattro irriducibili hanno pensato bene di replicare al comunicato aziendale affiggendone ben due! Ancora una volta hanno parlato di democrazia: una parola a loro sconosciuta e travisata per moltissimi anni e con la quale adesso godono a riempirsi la bocca, ergendosi a salvatori della classe operaia alla quale non appartengono poichè trascorrono intere giornate (quando non usufruiscono dei permessi sindacali per starsene a casa) senza combinare nulla di produttivo per l'azienda!
Inoltre i quattro paladini del lavoro hanno asserito che da una riunione con l'azienda è emerso che i giorni 29 Agosto e 1 Settembre saranno utilizzati per fare produzione mentre i giorni 30 e 31 Agosto verranno utilizzati per fare inventario.

L'ennesima mistificazione dovuta all'ignoranza che regna sovrana e della quale sono padroni indiscussi: infatti come è noto, durante le attività di inventario non è possibile movimentare nulla. L'unico reparto non interessato dalle attività di inventario è l'area riparazioni.

Sono sicuro che in passato una simile telenovela non sarebbe mai accaduta.

Erano altri tempi, ognuno faceva quel cavolo che gli pareva; infischiarsene delle regole era LA REGOLA; si saliva e si scendeva dalla palazzina allegramente e privatamente a stringere loschi accordi e scambiarsi favori; si convocavano le assemblee chiamando solo UN delegato; si firmavano accordi LADRI come se niente fosse (ve lo ricordate il 6x6 o è acqua passata sotto ai ponti?): insomma era il paese della cuccagna.

Ma niente dura per sempre.

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