martedì 20 maggio 2008

Il rovescio della medaglia

La detassazione degli straordinari pare sia diventata la ricetta del sicuro successo e della stabilità economica dei lavoratori italiani. L'argomento è stato tirato in ballo anche nel nostro piccolo mondo per farci ingoiare medicine dal sapore un pò amaro, come la recente ipotesi d'accordo per le turnazioni.
Ebbene, come sempre in questi casi, c'è sempre il rovescio della medaglia o se preferite un punto d'osservazione che non viene preso in esame.
Di seguito la trascrizione di un articolo del blog LavoroeSalute segnalatomi da Marco Bazzoni:

Detassazione straordinari ?

Meno occupazione e più infortuni

in cambio di qualche euro in piu’

Dopodomani, mercoledì 21 il governo Berlusconi in mezzo ai rifiuti di Napoli che tanto bene hanno fatto alla sua propoganzda elettorale, ci regalerà la detassazione del lavoro straordinario, obiettivo, ovviamente non dichiarato, l’aumento degli infortuni sul lavoro nelle fabbriche e nei cantieri, e negli ospedali dallo stress degli operatori forti ricadute negative sulla salute dei malati. Mentre l’obiettivo dichiarato è quello di infilare nelle tasche dei lavoratori qualche euro e permettere agli imprenditori di aumentare ancora gli indegni profitti, già oggi alle stelle, e ai manager della sanità di ricevere ulteriori attestati, in euri, per il mantenimento degli standard di assistenza con sempre minor personale. Che importa al governo sapere che una politica economica basata sugli straordinari diminuisce ulteriormente il tasso di occupazione - ogni 6/7 ore circa di straordinario al giorno c’è un posto di lavoro in meno in Italia - e aumenta in maniera esponenziale ma certa il numero di infortuni e morti, come dimostrano numerosi studi e come si è visto nel rogo dei 7 operai della Thyssenkrupp a Torino, costretti dal bisogno a turni di 12 ore. Ma la domanda che mi pongo è: in questo paese quale virus ha imbruttito a tal punto la classe operaia da farla cadere in questo stato di prostrazione, sudditanza psicologica e di accattonaggio?

Franco Cilenti

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